In quali paesi le aziende pagano meno tasse

In quali paesi le aziende pagano meno tasse

In quali paesi le aziende pagano meno tasse

Ecco alcuni dei più famosi “paradisi fiscali” per privati ed imprese di ogni genere.

Tra i Paesi europei l’Italia si posiziona ai primi posti per quanto riguarda la pressione fiscale su privati cittadini e imprese. Il peso delle tasse si fa sentire sempre più e, soprattutto, negli ultimi anni, a seguito della crisi economica che ha ferito l’economia mondiale, sembra aver raggiunto livelli insostenibili per gli imprenditori. Un binomio, crisi economica/aumento delle tasse, che mal si sposa con i sogni dei milioni di imprenditori che guardano al futuro con ottimismo, sperando di creare attorno a sé una realtà economica serena, basata solo su di un business di successo.

Ecco che, quindi, in molti hanno deciso di trasferire la propria attività all’estero, lontano dal Paese che per troppo tempo ha prelavato senza limiti nelle tasche di tantissimi imprenditori. Come dargli torto. Esistono nazioni dove le aziende pagano meno tasse, alcuni veri e propri paradisi fiscali, altri che, invece, semplicemente applicano un sistema dei tributi e delle tasse equilibrato. Un sistema che non mira solo a far crescere le casse di uno Stato sempre più indebitato, ma che aiuta gli imprenditori a portare avanti la propria attività, cercando di non pesare troppo sulle loro spalle.

Dove le aziende pagano meno tasse? Ecco i più famosi paradisi fiscali

Tra i Paesi più famosi, che rientrano tra quelli etichettati come veri e propri paradisi fiscali, dove le aziende pagano meno tasse, così come i privati cittadini, è possibile menzionare il Lussemburgo. Un piccolissimo Paese dalle immense potenzialità finanziare: la legislazione, favorevole alle imprese, permette alle stesse di risparmiare cifre impressionanti in tasse. Un esempio? Amazon ha la sede proprio in Lussemburgo. Si, i recenti controlli fatti dalle autorità sulla stessa società hanno portato quest’ultima a cambiare la propria strategia di mercato, ma se il colosso dell’e-commerce ha scelto il Lussemburgo, un motivo ci sarà.

Altro paradiso sono le Isole Cayman, dove le leggi consentono addirittura la possibilità di fondare e mantenere una determinata attività senza pagare alcuna tassa. Come facciano le grandi imprese americane e europee a piazzare la propria attività proprio qui è un mistero, ma a quanto pare il tutto funziona.

Imposte sui redditi di capitale? Un’espressione non conosciuta nell’Isola di Man, definita come un centro finanziario a bassa tassazione, con tasse che, se paragonate a quelle italiane, risultano essere davvero ridicole.

Anche l’Irlanda è spesso indicata come Paese dove le aziende pagano meno tasse. Pfizer (colosso dell’industria farmaceutica) e Apple amano questa nazione dalle antiche tradizioni e dai costumi folkloristici molto apprezzati in tutto il mondo.

Poi, Mauritius, Bermuda, Bahamas e Monaco: tutti Paesi che offrono alle grandi multinazionali e alle imprese di ogni genere tantissimi vantaggi e sono sempre pronte ad accogliere nuovi capitali, da custodire e non da rubare.

I Paesi che non ti aspetti di vedere tra quelli dove le aziende pagano meno tasse.

Prendendo in considerazione il “total tax rate”, cioè l’ammontare complessivo delle tasse previste per le aziende operanti in un determinato Paese, si è giunti a conclusioni che mai nessuno si sarebbe immaginato: Macedonia, Qatar e Kuwait sono i Paesi che presentano una pressione fiscale sulle imprese davvero bassa.

Seguono Croazia, Armenia, Canada e Montenegro, che a seguito di una politica, la cui unica finalità è quella di tagliare le tasse, si posizionano tra i Paesi dove le aziende pagano meno tasse.

Anche Singapore, Hong Kong e la tanto osannata Svizzera si collocano tra le Nazioni con i più altri indici di competitività, prendendo in considerazione il rapporto tra pressione fiscale sulle imprese e qualità delle infrastrutture, dei servizi offerti e dell’ambiente macroeconomico.

Ecco perché le imprese si delocalizzano per puntare ad un successo che in altri Paesi (vedi l’Italia) è difficilmente raggiungibile, se non impossibile. Non è solo una questione di manodopera low cost, ma anche di pressione fiscale.

Un sistema troppo carico di tasse mal gestire può uccidere l’economia di un Paese.