Perché un’azienda dovrebbe ottenere una certificazione alimentare?

Perché un’azienda dovrebbe ottenere una certificazione alimentare?

Perché un’azienda dovrebbe ottenere una certificazione alimentare?

Un’azienda che cerca di migliorare i processi produttivi o conquistare nuovi mercati a livello internazionale si trova a dover scegliere tra diverse norme e standard per la certificazione alimentare. Ottenimento di attestazioni che molte volte viene richiesto direttamente dallo stesso cliente.

Riconoscimenti che ‘poggiano’ sui requisiti obbligatori per la sicurezza alimentare, combinati con la gestione delle frodi, difesa del prodotto, e con i principi del miglioramento continuo.

A livello internazionale sono quattro di standard fondamentali per il comparto alimentare. Lo standard FSCC 22000, BRCGS, IFS, e Global Gap. Standard riconosciuti a livello globale dal Global Food Safety Initiative (GFSI). Organizzazione che opera per armonizzare e redigere regolamenti a tutela della salute del consumatore e dei mercati.

Come ci spiega Federico Pucci di Sistemi & Consulenze, la scelta è definita dal mercato di riferimento. Ma quali sono le principali differenze tra questi standard  di certificazione alimentare?

Certificazione alimentare: lo studio dei mercati di riferimento

È importante prima di tutto informarsi su quale di questi standard alimentari è più adatto al contesto commerciale ed operativo in cui opera la propria organizzazione. Quali sono i mercati di riferimento, GDO, Retail, Ristorazione Collettiva, Utenti Finali, Nazionali o Internazionali.

Anche se il punto comune è quello di creare una struttura organizzativa gestionale all’interno dell’azienda per definire e rispettare i requisiti di qualità, sicurezza e legalità dei prodotti alimentari. Ma non solo. Solo dopo aver definito la direzione strategica aziendale, anche secondo la base delle richieste commerciali, un’organizzazione potrà determinare lo standard più appropriato da adottare.

Una cosa è certa. Il passo più importante che un produttore, trasformatore, distributore o rivenditore di alimenti, e materiali di confezionamento, può compiere per migliorare le prestazioni, il business e la competitività, e la reputazione sui mercati, è ottenere una certificazione secondo uno standard internazionale GFSI. Nel proseguo dell’articolo cercheremo di evidenziare quelle che sono le maggiori differenze tra gli standard più adottati.

Standard BRC, IFS e FSCC 22000: punti in comune e differenze

Gli standard di certificazione alimentare BRCGS ed IFS si basano sul rispetto di capitolati nati per la distribuzione di massa e sono stati sviluppati da consorzi della grande distribuzione e tavoli tecnici internazionali. Insieme alla FSCC 22000, ed al Global Gap, sono le certificazioni più richieste nel settore agroalimentare, basate su sistemi HACCP e HARPC, in due diligence con sistemi di gestione qualità.

I punti in comune sono il fondamento obbligatorio, rispetto all’adozione dei sistemi per la valutazione dei pericoli alimentari, HACCP, hazard analysis and critical control points, ed HARPC, Hazard Analysis and Risk-Based Preventive Controls.

Strumenti utilizzati definire i pericoli alimentari, biologico, chimico, fisico, allergenico, radio conducibile, per adottare attività di prevenzione, monitoraggio e mitigazione degli stessi.

Adozione di attività per la valutazione dei rischi per la food fraud e per la food defense. Definizione di un processo che permetta di raggiungere la massima soddisfazione dei requisiti definiti dal cliente, nel rispetto di quelli obbligatori applicabili, che vada dalla progettazione del prodotti/servizio al suo rilascio sul mercato.

Implementazione di un sistema di gestione documentato che permetta di prendere decisioni basate su dati ed evidenze, nei confronti del miglioramento continuo.

In poche parole, garantire i requisiti di sicurezza, qualità e legalità alimentare. Vediamo di seguito nello specifico che cosa sono questi standard alimentari.

Certificazione BRCGS

Lo standard di certificazione alimentare BRCGS, acronimo di British Retail Consortium Global Standard, è un insieme di requisiti nato per la qualifica dei fornitori della GDO di stampo anglosassone.

In principio lo standard era riferito solamente ai produttori di alimenti a marchio del retailer, catena di distribuzione, oggi giorno, invece, viene richiesto a tutti i fornitori di queste catene, e dei grandi mercati globali.

Non solo per i produttori alimentari. Nel tempo, il consorzio, ha definito varie tipologie di standard di requisiti sotto riportati:

  • Food. Standard per i produttori di alimenti. Sono esclusi quelli del settore primario;
  • Packaging. Standard per i produttori di materiali MOCA, materiali a contatto con gli alimenti;
  • Storage and Distribution. Standard per le organizzazioni che offrono servizi di logistica;
  • Agents and Brokers. Standard per le realtà che si occupano di intermediazione, brokeraggio e compravendita;
  • Etichal Trade. Standard che regolamenta il commercio etico;
  • Consumer products. Standard per i produttori di prodotti per la cura della persona e della casa;
  • Markets. Standard per le realtà che operano nella vendita all’ingrosso ed al dettaglio.

Lo standard di certificazione BRCGS, riconosciuto da GFSI, è il più adottato a livello globale, non a caso viene definito ‘Global Standard’. Segnaliamo un’utile guida per approfondire i requisiti definiti dello standard, che puoi trovare visitando il link che trovi di seguito: www.sistemieconsulenze.it/certificazione-brc/

Certificazione IFS

Lo standard IFS, acronimo di International Featured Standard, definisce, invece, i requisiti di qualifica per i produttori della grande distribuzione ‘comunitaria’. Nata dalla collaborazione tra la federazione tedesca HDE, Deutscher Einzelhandelsverband, e quella francese FCD, Fédération des Entreprises du Commerce et de la Distribution.

Inizialmente nata per i produttori alimentari che dovevano essere qualificati per la fornitura di prodotti a marchio retailer della GDO tedesco-francese, oggi giorno viene adottata da tutte le GDO, ed i canali commerciali europei, riconosciuta a livello internazionale da GFSI. Non solo per i produttori di alimenti a marchio.

Di seguito i campi di applicazione dello standard che sono stati definiti nel tempo:

  • Food. Standard per i produttori di alimenti, con esclusione di quelli del settore primario;
  • Logistics. Standard per le organizzazioni che offrono servizi di logistica;
  • PACSecure. Standard per i produttori di materiali MOCA;
  • HPC. Standard per i produttori di generi per la cura della casa e della persona;
  • Broker. Standard per le aziende che erogano servizi di agenzia di compravendita ed intermediazione;
  • Cash and Carry. Standard per le organizzazioni di vendita al dettaglio ed all’ingrosso.

La certificazione IFS è quella più richiesta dalle figure europee siano di grande distribuzione che commerciali.

Gli standard BRCGS e IFS possono essere integrati tra loro

Gli standard di certificazione BRCGS ed IFS sono integrabili tra loro perché si basano sulla standardizzazione dei processi e delle procedure aziendali in un’ottica di miglioramento continuo, aumentando così la fiducia e la fidelizzazione dei clienti. Entrambe essendo nate come dei capitolati di qualifica per i fornitori, presentano requisiti molto simili e sovrapponibili, ed è per questo che molto spesso vengono implementate e certificate assieme.

Permettendo all’organizzazione di ottimizzare i tempi, ed i costi di raggiungimento, restituendo una capacità commerciale più ampia sui mercati.

Questi due standard internazionali perseguono gli stessi obiettivi principali:

  • Adozione di sistemi di valutazione e gestione avanzata per i requisiti di sicurezza, qualità e legalità alimentare, lungo tutta la filiera;
  • Proteggere i prodotti dall’adulterazione intenzionale e dalle frodi alimentari;
  • Tutelare i consumatori migliorando la soddisfazione delle loro richieste;
  • Supportare la conformità dell’azienda alle leggi e regolamenti nazionali ed internazionali;
  • Fornire ai retailer un grado di valutazione aziendale, infatti entrambe le certificazioni alimentari vengono assegnate anche con un punteggio di valutazione, rilasciato dall’organismo a seguito degli audit, a disposizione sui portali degli standard. BRCGS, Brc Directory, IFS, IFS Database;
  • Aumentare la visibilità e trasparenza aziendale;
  • Velocizzare i processi di qualifica come fornitore.

Certificazione FSSC 22000

Lo standard FSSC 22000, acronimo di Food Safety System Certification Scheme 22000, ha alcuni aspetti simili a quelli appena visti, ed anche molti differenti. Viene definito anche lo “schemone”.

In questo caso non è di proprietà di consorzi che fanno capo alla grande distribuzione, ma nasce dall’unione dei grandi produttori internazionali.

I suoi requisiti non si limitano solamente ad un elenco di attività ed evidenze da produrre. Ma sono definiti dalla struttura della norma dei sistemi di gestione per la sicurezza alimentare. La norma di certificazione ISO 22000.

Oltre i requisiti definiti da questa importante norma, vengono richiesto l’adozione della norma tecnica di settore ISO/TS 22002, che definisce i prerequisiti per la sicurezza alimentare, rispetto ai settori aziendali, e requisiti specifici richiesti da GFSI.

Gli aspetti da rispettare per le organizzazioni, possiamo dire che sono i medesimi. Quello che cambia è il concetto di gestione.

Infatti grazie alla struttura della norma ISO 22000, che facilità anche l’integrazione con altre norme importanti, come quella per la qualità, ISO 9001, ambiente, ISO 14001, e salute e sicurezza, ISO 45001, l’organizzazione potrà adottare a pieno i principi del miglioramento continuo.

Definendo il contesto aziendale, le parti interessate e le loro aspettative, i rischi strategico direzionali, non solo quelli sui processi e prodotti, che possono avere un impatto sull’azienda e sul raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Lo standard FSSC 22000, permetterà, quindi, di avere una gestione più ‘ottimizzata’ dell’organizzazione, ed è consigliabile per tutte quelle organizzazioni, che non producono a marchio del cliente, nel mercato globale.

Anche in questo caso, ma la norma è la medesima, la certificazione alimentare, è richiedibile da organizzazioni dell’ambito della produzione, trasformazione alimentare, MOCA, logistica, brokeraggio, mangimistica ed altre.

Certificazione Global Gap

La certificazione Global Gap, anch’essa riconosciuta da GFSI, è un mondo un poco a parte. Infatti nasce da Eurogap, con l’obiettivo di definire dei requisiti in ambito primario, per lo più ortofrutticolo, ed ittico, per la qualifica dei fornitori di questo comparto nella grande distribuzione.

In questo caso i suoi requisiti richiedono la definizione ed il rispetto delle GAP, o buone pratiche agricole, oltre che i requisiti di sicurezza alimentare visti sopra.

Aspetto importante, perché questo standard. Al contrario degli altri, si applica al settore primario. Oltre questi requisiti, come sempre viene considerato l’aspetto di difesa alimentare, e di gestione qualità, secondo i requisiti dei sistemi ISO 9001. Ma non solo. Ci sono due requisiti importanti. Il primo inerente alla sostenibilità. Infatti, vengono richieste valutazioni, ed attività per la gestione ed il miglioramento dei pilastri della sostenibilità ambientale e socio-economica.

Il secondo è l’introduzione del concetto di catena di custodia, o CuC. La catena di custodia è una certificazione che devono effettuare i trasformatori dei prodotti certificati, per utilizzare il marchio e per assicurare il mantenimento delle caratteristiche del prodotto.

Principio molto importante in un ambito non sempre semplice. In questa base, anche se non riconosciuti da GFSI, sono nati i sistemi di qualità nazionali, come quello per l’agricoltura integrata, SNQPI, e zootecnica SNQZ. Oltre che standard del settore ittico come ASC, MSC e Friend of The Sea.

Certificazioni alimentari: conclusioni

Come abbiamo visto le norme e gli standard alimentari, richieste dai mercati ai produttori di alimenti e correlate sono varie. Oltre quelle nominate, possiamo citare anche:

  • Certificazione ISO 22005. La norma che definisce i sistemi di gestione per la tracciabilità di filiera;
  • Certificazione SQF. Uno standard internazionale GFSI richiesto dai mercati USA;
  • Certificazione GMP+. Standard GFSI per gli ambienti mangimistici e dei cereali;
  • Certificazione di prodotto alimentare. Che definisce delle caratteristiche specifiche dello stesso, per esempio le certificazioni biologiche, gluten free, vegan, Kosher, Halal, marchi collettivi e molti altri.

Quindi come faccio da imprenditore a scegliere quello che può essere un valore aggiunto per la mia azienda, che mi permetta di consolidare o aprire i mercati, tutelando prodotti, servizi e la sicurezza dei consumatori?

Semplice. Le richieste pervenute dai mercati, ed uno studio approfondito degli stessi.