Uno specifico ammortizzatore sociale per tutelare i lavoratori: ecco come funziona il patto di solidarietà per aziende
Il patto di solidarietà per aziende può essere etichettato come uno specifico ammortizzatore sociale, pronto ad intervenire nelle specifiche ipotesi previste dalla legge, al fine di evitare i tanto temuti licenziamenti.
Il lavoro, che negli ultimi anni ha assunto le sembianze di una altalena, che oscilla tra precarietà e contratti a tempo determinato (il lavoro a tempo indeterminato sembra essere pura utopia per la moderna società), è visto dai lavoratori come un parallelo e buio mondo, colmo di insidie.
Però, non tutti sanno che il legislatore (anche se in minima parte, sempre a seconda dei punti di vista) ha previsto degli specifici istituti giuridici, pronti a venire in contro ai lavoratori in caso di particolari situazioni all’interno dell’azienda.
Nello specifico, il contratto di solidarietà è il piccolo salvagente al quale è possibile aggrapparsi nel momento in cui si verificano determinati eventi, che unitamente a specifiche circostanze di lavoro subordinato, potrebbero portare al licenziamento del dipendente.
Come funziona il patto di solidarietà per le aziende?
Questo particolare ammortizzatore sociale ha subito delle piccole modifiche, a seguito dell’entrata in vigore della Legge di Stabilità 2016.
Quindi, come funziona, o meglio, quando può essere applicato il patto di solidarietà per aziende?
Si sente spesso parlare di crisi aziendale, la quale si concretizza, nella stragrande maggioranza dei casi, in una riduzione dell’orario lavorativo, con conseguente ridimensionamento della retribuzione. Proprio in queste particolari situazioni aziendali, il contratto di solidarietà interviene per tutelare il lavoratore, creando attorno ad esso uno scudo per allontanare il pericolo licenziamento.
Il patto di solidarietà, quindi, può essere definito come uno specifico contratto stipulato tra azienda e rappresentanze sindacali, il quale prevede, come già accennato, la riduzione dell’orario di lavoro e della retribuzione, al posto del licenziamento in caso di crisi aziendale.
Quando si applica?
La vigente normativa ha previsto due tipologie di contratto di solidarietà:
- Il primo tipo di contratto (Tipo A) si applica per tutte le aziende che rientrano nel camp di applicazione della disciplina in materia di CIGS, la cui tutela si estende a tutto il personale, ad eccezione dei dirigenti. Ha validità 24 mesi, prorogabili per altrettanti mesi;
- Il contratto di Tipo B, invece, si applica alle imprese che non rientrano nella sfera di applicazione della normativa in materia di cassa integrazione e tutela i lavoratori dipendenti (esclusi i dirigenti) che prestano la loro attività lavorativa in: imprese con più di 15 dipendenti, che non rientrano nel campo di applicazione della CIGS; imprese con meno di 15 dipendenti, al fine di evitare licenziamenti plurimi individuali; imprese alberghiere e artigiane in grave crisi occupazionale. Ha validità 24 mesi.
Come funziona il patto di solidarietà per le aziende con il Jobs Act?
La recente riforma del lavoro ha portato all’abrogazione della seconda tipologia di contratto si solidarietà (a partire dal 1 luglio 2016), sostituendola con i fondi di solidarietà bilaterali.
Inoltre, è stato prevista la possibilità di accedere ad uno specifico finanziamento (60 milioni di euro), che si concretizza in un contributo della durata biennale, proprio per far fronte, in maniera mirata a particolari situazioni di crisi aziendali, le quali potrebbero trasformarsi in licenziamenti collettivi dei lavoratori.